Capitolo 406 La sopravvivenza del più adatto
I teppisti afferrarono Leonardo, trascinandolo senza opporre resistenza. Nel profondo, sentì una cupa accettazione del suo destino: l'incontro che aveva evitato per mesi era finalmente arrivato. Bendarono Leonardo e strinsero le manette, assicurandosi che non potesse scappare.
"Capo, l'abbiamo preso", riferì uno degli scagnozzi al loro capo. La benda fu strappata via e Leonardo strizzò gli occhi, cercando di adattarli alla stanza umida e scarsamente illuminata.
"Leonardo Morelli!" ringhiò una voce roca, e lui voltò la testa per vedere il suo rapitore. Leonardo rimase momentaneamente sconcertato; non aveva mai visto quell'uomo prima. Ma non ci volle molto per mettere insieme i pezzi. "Potresti non conoscermi, ma io conosco bene te, Don Morelli. Io sono Enzo, Don Adrik era mio fratello, e tu lo hai ucciso spietatamente, mandando in frantumi la mafia russa insieme a lui." Enzo sputò le parole con odio velenoso. "Enzo, non hai imparato niente dalla morte di tuo fratello," Leonardo scosse la testa con un pizzico di pietà.