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Indice

  1. Capitolo 51
  2. Capitolo 52
  3. Capitolo 53
  4. Capitolo 54
  5. Capitolo 55
  6. Capitolo 56
  7. Capitolo 57
  8. Capitolo 58
  9. Capitolo 59
  10. Capitolo 60
  11. Capitolo 61
  12. Capitolo 62
  13. Capitolo 63
  14. Capitolo 64
  15. Capitolo 65
  16. Capitolo 66
  17. Capitolo 67
  18. Capitolo 68
  19. Capitolo 69
  20. Capitolo 70
  21. Capitolo 71
  22. Capitolo 72
  23. Capitolo 73
  24. Capitolo 74
  25. Capitolo 75
  26. Capitolo 76
  27. Capitolo 77
  28. Capitolo 78
  29. Capitolo 79
  30. Capitolo 80
  31. Capitolo 81
  32. Capitolo 82
  33. Capitolo 83
  34. Capitolo 84
  35. Capitolo 85
  36. Capitolo 86
  37. Capitolo 87
  38. Capitolo 88
  39. Capitolo 89
  40. Capitolo 90
  41. Capitolo 91
  42. Capitolo 92
  43. Capitolo 93
  44. Capitolo 94
  45. Capitolo 95
  46. Capitolo 96
  47. Capitolo 97
  48. Capitolo 98
  49. Capitolo 99
  50. Capitolo 100

Capitolo 317

Ti dà gioia?

Ho pensato a Cecil e a quanto fosse felice con i suoi colori e le sue pitture. Come rideva e sorrideva felice mentre costruiva qualsiasi cosa le venisse in mente con i suoi mattoncini e giocava con le sue bambole. Il pensiero che un giorno non avrebbe più avuto quella gioia mi straziava il cuore. Ma come avrei potuto salvarla? Proteggerla? Potrei mandarla nei territori dei licantropi, credo, e anche Richard, ma che dire di tutti gli altri bambini di Mooncrest? Mi sono morso il labbro. "Cosa ti passa per la testa?" "Mi chiedevo solo... se potevo proteggere la gioia di Cecil," ho detto. "Forse non per sempre, ma... abbastanza a lungo da farle imparare a proteggerla da sola." Ho giocherellato con la forchetta. "Io... ho dimenticato di non aver toccato niente della mia roba per dipingere. Non avevo nemmeno ripreso in mano un pennello finché Cecil non è riuscita a tenerne uno..." "... Ho sospettato che dovesse prenderlo da qualche parte." Ho alzato un sopracciglio.

"Non Devin?" Lui sbuffò. "Devin è letteralmente daltonico da un occhio e odia essere disordinato. Suonava uno strumento quando era più giovane. Sono sicuro che lo faccia ancora." Non lo sapevo. Non l'avevo mai sentito e mi chiedevo se lo suonasse per Amy. Il pensiero mi bruciava, quindi mi allontanai. Poi, la spinta magica di Esme mi tirò la mente. Feci una smorfia, guardando i libri che sembravano chiamarmi. Il mio piatto era vuoto. Non c'era niente altro che mi impedisse di fare quel compito e mi faceva desiderare ancora di più di non farlo. Invidiavo la capacità di Eason di concentrarsi su qualsiasi cosa. "Stai di nuovo fissando i libri," disse Charles, con tono divertito.

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