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Indice

  1. Capitolo 51
  2. Capitolo 52
  3. Capitolo 53
  4. Capitolo 54
  5. Capitolo 55
  6. Capitolo 56
  7. Capitolo 57
  8. Capitolo 58
  9. Capitolo 59
  10. Capitolo 60
  11. Capitolo 61
  12. Capitolo 62
  13. Capitolo 63
  14. Capitolo 64
  15. Capitolo 65
  16. Capitolo 66
  17. Capitolo 67
  18. Capitolo 68
  19. Capitolo 69
  20. Capitolo 70
  21. Capitolo 71
  22. Capitolo 72
  23. Capitolo 73
  24. Capitolo 74
  25. Capitolo 75
  26. Capitolo 76
  27. Capitolo 77
  28. Capitolo 78
  29. Capitolo 79
  30. Capitolo 80
  31. Capitolo 81
  32. Capitolo 82
  33. Capitolo 83
  34. Capitolo 84
  35. Capitolo 85
  36. Capitolo 86
  37. Capitolo 87
  38. Capitolo 88
  39. Capitolo 89
  40. Capitolo 90
  41. Capitolo 91
  42. Capitolo 92
  43. Capitolo 93
  44. Capitolo 94
  45. Capitolo 95
  46. Capitolo 96
  47. Capitolo 97
  48. Capitolo 98
  49. Capitolo 99
  50. Capitolo 100

Capitolo 7

La sera prima era un po' fuori controllo. Cliff insistette per continuare la festa anche dopo che ne avevano più che abbastanza.

Quando l'autista lasciò Murray alla sua villa, stava sorgendo l'alba. Era appena crollato sul letto, l'ondata di sonnolenza lo travolgeva, ma si costrinse a barcollare fino al bagno per una doccia veloce.

"Forse Roseanne non mi rimprovererà?" si chiese Murray, nel suo stato di intontimento.

Si svegliò di nuovo, questa volta con il dolore.

"Accidenti..." gemette, tenendosi lo stomaco mentre rotolava fuori dal letto.

"Mi sta uccidendo lo stomaco! Anne..." Si fermò a metà frase, con un'espressione accigliata che gli corrugava la fronte. Roseanne questa volta serbava rancore, più che nel loro ultimo litigio.

"Bene, vediamo per quanto tempo riesce a resistere. Ma dove sono le medicine?" Murray frugò nel soggiorno, controllando ogni possibile spazio di archiviazione, ma non riuscì a trovare il kit di pronto soccorso.

Chiamò Sadie.

Sadie rispose al telefono. "Cerchi degli antiacidi? Sono nella scatola dei medicinali."

Le tempie di Murray pulsavano mentre prendeva un profondo respiro. "E dov'è?"

Sadie aggiunse, "Nel cassetto della cabina armadio della tua camera da letto. La signorina Cole ha detto che hai spesso problemi di stomaco dopo aver bevuto, quindi si è assicurata di farne scorta e di tenerlo vicino... Pronto? Ci sei ancora? Perché hai riattaccato..."

Come previsto, Murray trovò la scatola dei medicinali nel cassetto, rifornita con la sua solita serie di rimedi per lo stomaco. Dopo aver preso la medicina e aver sentito il dolore attenuarsi, i suoi nervi tesi si rilassarono.

Mentre rimetteva a posto il cassetto, qualcosa catturò la sua attenzione. Tutti i gioielli di Roseanne, le borse firmate e tutto il resto erano ancora lì, tranne tutti i suoi documenti come la carta d'identità, il passaporto e i diplomi. Era sparito tutto. E anche una delle valigie che di solito stava nell'angolo era scomparsa.

Murray rimase immobile, con la rabbia che gli ribolliva dentro.

"Fantastico... semplicemente fantastico..." borbottò più volte, annuendo sarcasticamente.

Murray imprecò silenziosamente: "Più vizi le donne, più il loro ego si gonfia".

Proprio in quel momento, sentì la porta d'ingresso aprirsi. Murray si diresse immediatamente al piano di sotto. "Cosa ci fai qui?"

Hertha si stava togliendo le scarpe, guardando in alto sorpresa. "Chi altro ti aspettavi?"

Murray sedette pigramente sul divano, disinteressato. "Cosa vuoi? Qualcosa di urgente?"

"Ho sentito che hai di nuovo problemi allo stomaco. Quindi, eccomi qui, mandata dalla nostra cara mamma a controllare il mio amato fratello." Mentre parlava, Hertha si diresse verso la cucina, "Non ho ancora pranzato e ho pensato che tanto valeva dormire qui."

Un altro motivo per cui aveva una buona impressione di Roseanne erano le sue abilità culinarie.

Ma dopo mezzo minuto, chiese curiosa: "Murray, perché sembra una cucina fantasma qui? Dov'è Roseanne? Non è a casa oggi? Che strano."

Di solito, a quest'ora, Roseanne avrebbe preparato un pasto, aspettando che Murray arrivasse e, se la fortuna fosse stata dalla parte di Hertha, avrebbe potuto unirsi a loro.

Sentì di nuovo il nome di Roseanne. Murray si massaggiò le tempie, desiderando di essere lasciato solo.

Delusa, Hertha uscì dalla cucina. "Roseanne non si sente bene? L'ho vista ieri all'ospedale, e sembrava pallida..."

"L'hai vista all'ospedale?" Murray si raddrizzò un po'.

Hertha annuì immediatamente. "Sì, ero in visita dalla Sig. ra Payne al Serenity Health Hospital e ho incontrato Roseanne all'ingresso. E indovina un po', Murray? La Sig. ra Payne ha accettato di prendermi in considerazione per una posizione di dottorato diretta!"

Lui si accigliò. "Perché Roseanne era in ospedale?"

Hertha ribatté impaziente, "Come potrei saperlo? Se tu non ne hai idea, come faccio ad averne una minima idea?"

Murray rimase in silenzio.

"Potrebbe non essere malata. Forse era in visita a qualcuno? Ma non ho mai sentito che Roseanne abbia degli amici. La sua vita è tutta incentrata su di te, e poi ancora su di te..."

Murray la interruppe. "Hai finito?"

Hertha lasciò uscire un sorpreso "Eh."

"Se hai finito di parlare, per favore vattene. Ho bisogno di dormire ancora." Murray si alzò.

"Cioè... mi stai buttando fuori? Bene, me ne vado." Hertha borbottò mentre si metteva le scarpe, "Non sono venuta qui senza un motivo oggi."

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